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26.07.02 La ACLU tenta di smantellare il DMCA.
Con una coraggiosa mossa a sorpresa la ACLU (American Civil Liberties Union) ha citato in giudizio la software House N2H2, con l'intento di dimostrare l'incostituzionalità del famigerato DMCA (Digital Millenium Copyright Act). L'associazione procede per conto di Ben Edelman, un programmatore ventiduenne che ha già collaborato con la ACLU per l'assurdo obbligo di installare filtri software nelle biblioteche pubbliche (vedi Penalizzate le biblioteche statunitensi che non censurano i loro contenuti). Lo stesso Edelman ha presentato alla Corte Suprema una relazione sull'inefficienza dei software di filtro delle ditte Surfcontrol, N2H2, Websense e Secure Computing, dimostrandone ampiamente le falle. I programmi che filtrano i contenuti infatti si basano perloppiù su una lista di siti che le aziende vogliono in ogni modo tenere segreta, come i titolari di CyberPatrol che fecero causa a due dipendenti responsabili di aver scritto l'utility cphack.exe in grado di decodificare la lista stessa. La ACLU chiede ad un giudice federale di dichiarare che la licenza del software N2H2 fa un uso sbagliato del copyright contrario alle policy pubbliche. L'argomento principe a difendere questa posizione è ovviamente il Primo Emendamento che garantisce la libertà d'espressione e dopo le recenti sconfitte del magazine 2600 difeso dall'EFF, questa potrebbe essere un'importante rivincita.