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.art 30.05.02 Artbots, competizione per robot creativi. Si è svolta al Pratt Institute di Brooklyn (New York), la prima ArtBots: The Robot Talent Show, una mostra/competizione di robot 'dotati di talento' costruiti da altrettanti utenti smaliziati. Sono stati dieci i progetti selezionati, rispettivamente realizzati da artisti, ingegneri e smanettoni. Il premio del pubblico è andato a 'AO2000', di David Webber, un automa musicale fatto di diversi oggetti comuni e vecchi computer che formano una macchina sonora interattiva, che funziona rilevando la presenza degli spettatori e creando melodie in variazione costante. Il premio della giuria invece è stato attribuito a 'SYMET Studio' di Stefan Joseph Prosky, un gruppo di dieci robot alimentati con energia solare che disegnano immagini astratte composte con segni tracciati attraverso lievi sobbalzi che richiedono diverse ore per essere completati e sono totalmente dipendenti dal tipo di luce usata per alimentare i robot stessi. Fra gli altri lavori si trovano: 'Color Musically Yours. Love, Todd.' di Mira Friedlaender, Stephanie Hunt e Keith Waters, in cui un pc scansisce i disegni colorati creati dai visitatori convertendo i dati in musica, tramite un semplice calcolo della quantità di luce viene riflessa dalla carta; 'do not break anything (after christian wolff)' di douglas irving repetto, invece, consiste in un giradischi coperto di uno strato di pietre con tre bracci robotici terminanti con diversi materiali (una pietra, un pezzo di metallo e un pezzo di legno), che sfregando contro le minuscole rocce producono diversi tipi di suoni in un set d'improvvisazione in cui i diversi bracci tengono conto di ciò che fanno gli altri. 'Light Motive', di David Birchfield, consiste in una serie di 'organismi' robotici autonomi che interagiscono fra di loro e con l'ambiente circostante. Ciascun 'organismo' è dotato di una luce, alcuni sensori luminosi e un certo numero di prismi e superfici riflettenti oltre ad un microfono e ad una cassa acustica. L'interazione avviene col fine di propagare la propria luce nella maniera più intensa possibile, con i microfoni che amplificano le torsioni delle corde a cui sono appesi i diversi organismi. 'Patterns of Metric Amplitude' di Gregory Shakar, è una scultura cinetica a grandezza naturale che crea ritmi inusuali attraverso otto metronomi che emettono un tono aggiuntivo quando attraversano la metà della loro corsa. Tramite un pannello di controllo è possibile variare la velocità di ogni metronomo in modo da creare melodie diverse. 'Roving Walter Walter' di mxHz.org (lahaag e chip.kali) consiste in un set di 4 ruote controllate indipendentemente che sono montate sotto una videocamera e due microfoni. Scorrendo per la stanza l'apparecchio analizza i dati audio/visivi, accumulandoli un po' come fanno gli esseri umani quando si muovono. Il tutto, analizzato per similitudini viene mostrato tramite uno schermo lcd e due piccole casse acustiche integrate nel progetto. Dai risultati puramente grafici è, al contrario, 'Sketching Device #1' di Ranjit Bhatnagar, che attraverso semplici istruzioni di movimento ruota in maniera imprevedibile con vibrazioni a bassa frequenza che fanno muovere un foglio di carta in modo che venga colorato da appositi colori. 'Sumi-ebot' di Eva Sutton e Sarah Hart consiste in un robot autonomo che dipinge secondo un antico stile Zen, coordinandosi con altri, all'occorrenza, tramite segnali ad infrarossi e rilevando i confini della carta e delle rispettive zone d'intervento consentite. Assolutamente evocativo, infine, 'The Reader' di John S. Lathram III, creato sull'integrazine di una struttura organica (un braccio ligneo) con parti meccaniche e micromotori che creano un entità complessiva, quasi 'viva', creata per girare le pagine di un libro, in questo caso di Shakespeare e proiettare la sua immagine sul muro retrostante. |