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20.02.03 Art in Motion IV, interference patterns.
È stata inaugurata da qualche giorno presso la School of Fine Arts della University of Southern California di Pasadena Art in Motion IV, un festival internazionale si 'time-based media. Col sottotitolo di 'interference patterns' questa manifestazione indirizza i suoi contenuti verso le tracce riconoscibili che intersecano le macchine, gli elementi naturali e gli esseri umani. L'interfaccia, quindi non più concepita come punto di contatto fra entità duali, ma come composizione di diverse generazioni di onde, il cui risultato finale dipende dalla loro intersezione e dal riverbero/annullamento reciproco. I lavori selezionati (installazioni video e interattive perloppiù) rispecchiano la perdita della logica binaria in favore di un complesso panorama che favorisce incursioni mappate. Fra i tanti lavori emergono 'Modern Convenience: Luminous Object I' di Didi Dunphy, una divertita e divertente interfaccia collettiva, la custodia organico/digitale di minori dell'etoy.CUSTOMER-CARE-SERVICE, già presentato a BigTorino, la corporeità digitale dei responsi dati da White Square di Yves Bernard, Inflat-o-scape, una visione sfaccettata e sperimentale di una zona urbana informativa, le dimensioni di velocità/distanza/tempo espresse da 'Time Machine' di John Klima, In Transit di Michael Pinsky che esplora il sistema di trasporti londinese e le relazioni fra gli spazi dell'architettura e la nostra percezione del tempo, la generazione audio-visuale di Amoeba di Dean Snell, l'immancabile 'Central City' di Stanza, le relazioni fra spazio, memoria e territorio in Crowds and Power di Jody Zellen, le animazioni ottenute riprocessando in digitale materiale in super8 in ROY-G-BIV II di Gregory J. Scranton, i miti della tradizione orale coreana in animazione di computer grafica (Hungboga di Semi Ryu), la narrativa del GPS in 34 North 118 West di Naomi Spelman, Jeff Knowlton e Jeremy Hight e l'esperienze di realtà aumentata di 'The Gambit', realizzato da Gregory J. Scranton.