14.12.04 Autoportrait, robot ritrattista.
Provate ad immaginare di trovarvi tra i vicoli di Montmartre, di fronte a voi non c'è più alcuna traccia dei tradizionali (ed alquanto petulanti) ritrattisti. Il loro posto è stato preso da una serie di braccia meccaniche che continuano a muoversi con incessante laboriosità. Uno scenario futuribile e remoto? In realtà proprio per niente, per convincersene basta dare un'occhiata al progetto Autoportrait sviluppato da Robotlab, un trio di tedeschi per conto dello ZKM - Center of Art and Media di Karlsruhe. Si tratta in pratica di un vero e proprio robot, un braccio meccanico che, matita alla mano, tratteggia mirabilmente ritratti. Il funzionamento del prototipo è abbastanza semplice: una telecamera posta sulla testa del braccio meccanico cattura le fattezze del viso dei modelli che vengono fatti sedere su una sedia, posta proprio di fronte al nostro "artista". Una volta immagazzinati tali dati il robot inizia a disegnare il volto del modello, con gli stessi tratti veloci di un consumato ritrattista. L'obiettivo dell'esperimento Autoportrait è quello di ridurre la distanza che separa uomini e robot, favorendone l'incontro e l'interazione in spazi pubblici. I robot continuano infatti ad essere confinati all‚interno di realtà industriali, lontane dalla nostra portata, con la conseguenza che la percezione che ne abbiamo fatica a liberarsi dall'immaginario che la letteratura ed il cinema vi hanno costruito intorno. Ma l'esperimento Robotlab è anche interessante perché ci stimola a riflettere sulle potenzialità estetiche delle macchine. E' lecito infatti chiedersi se (dopo essersi impossessate di tecniche artistiche che fino a ieri rientravano nel dominio esclusivo dell'uomo) le macchine saranno anche in grado di sviluppare proprie autonome istanze estetiche.
Vito Campanelli