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12.03.04
Base 26, visualizzazione 4D di parole.
Karsten Schmidt, aka toxi, già autore degli esperimenti 'Macronaut' e 'The Well', continua a dividersi tra le collaborazioni commerciali ed i progetti pubblicati (con tanto di codice sorgente allegato) sul suo sito. L'ultimo in ordine di tempo si chiama 'Base 26' ed è sorprendente. Si tratta del tentativo di dare una nuova visualizzazione a tutte le parole di 4 lettere presenti nella lingua inglese (o almeno delle 1650 contenute nell'Oxford Dictionary). Il progetto si basa essenzialmente su due presupposti: ogni lettera di ciascuna parola è considerata un numero unico; questo principio è espresso da una formula matematica per cui la lettera A è data da 0*26n, mentre Z è uguale a 25*26n. Nella formula adottata 'n' rappresenta la posizione della lettera nella parola, dunque abbiamo n=3 per la prima lettera, e via con una progressione decrescente, fino a n=0 per l'ultima lettera. Il secondo presupposto si basa sull'utilizzazione del numero che identifica la lettera come coordinata di una raffigurazione 4D nella quale la quarta dimensione è rappresentata dal tempo. Dunque, prendendo ad esempio la parola 'base', abbiamo che b=tempo, a=X, s=Z, e=Y. Attraverso questo algoritmo matematico in base 26 (il numero delle lettere dell'alfabeto), Karsten riesce a dar vita ad una stupefacente visualizzazione a quattro dimensioni delle parole. Nel grafico (che utilizza tra l'altro una tabella di colori per evidenziare la ricorrenza di avverbi, pronomi, verbi, ecc.) è possibile anche determinare la frequenza di una parola in base all'ampiezza del raggio intorno al nodo che la rappresenta in un linguaggio filtrato da operatori boleani e rappresentato attraverso assi cartesiani. Tutto ciò potrebbe sembrare semplicemente consueto, siamo infatti abituati a veder manipolare i linguaggi di programmazione; la novità in questo caso è che ci troviamo davanti ad una lingua, quella inglese appunto, il che fa sì che l'esperimento di Karsten Schmidt meriti dunque l'attenzione dei semiologi oltre che dei web designers. Per chiunque volesse cimentarsi - e ne vale al pena - è possibile scaricare il codice sorgente che è distribuito sotto la 'creative commons license'.
Vito Campanelli