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Oh Astro, Illegal Art
15.04.05
Beatallica, Oh Astro e Plunderphonics, plagiarismo allo stato dell'arte.
La completa riproducibilità tecnica delle opere musicali ha letteralmente sgretolato il concetto di 'originale' nel corso del tempo, mentre la coscienza dell'altrettanto completa manipolabilità dei singoli brani, attraverso l'accesso alla loro versione digitale, ha indotto a considerare l'enorme patrimonio sonoro prodotto fino ad oggi come un'infinita miniera di materiale che è possibile sminuzzare, mischiare e ricomporre in maniera originale. Questo processo di composizione produce risultati significativi da oltre vent'anni e vanta radici e sperimentazioni in molte avanguardie del novecento, ma solo in tempi recenti, grazie alle tecnologie implementate sui personal computer, è potuto diventare una pratica diffusa e svincolata da limiti geografici. Spesso sono le pop star ad essere prescelte per le manipolazioni più lussuose, non foss'altro che per la riconoscibilità dei loro brani anche dopo gli arditi stravolgimenti imposti dalle sovrapposizioni e dalle variazioni di tempo. Fra i gruppi che in tal senso stanno svolgendo un'azione non solo artistica, ma pure didattica nei confronti delle major discografiche e della loro ingordigia d'introiti legati al diritto d'autore, ci sono i Beatallica. I componenti della band mantengono un rigoroso anonimato (per ovvi motivi legali) e suonano brani dei Beatles con lo stile dei Metallica, influenzandone espressamente anche i testi originali. Con due album all'attivo, distribuiti gratuitamente online, il duo ha raccolto un vasto consenso di pubblico, libero di fruire di musica svincolata dalle assurdità del copyright, perchè formalmente composta come una parodia e quindi nel pieno diritto degli autori. Ma a causa del successo ottenuto e delle conseguenti cifre di distribuzione online, la Sony Music ha dapprima intentato una causa per violazione del diritto d'autore, successivamente dismessa grazie all'intercessione di Lars Ulrich, batterista dei Metallica, contattato dai componenti dell'anonima band di Milwaukee. Ma numerose sono le tecniche possibili per creare artefatti sonori a partire da brani celebri, e sempre più ne vengono concepite e sviluppate per ottenere nuovi risultati compositivi. Particolarmente originale, ad esempio è l'approccio di Oh Astro (alias Jane Dowe, altro nome d'arte), artista americana che ha programmato personalmente il software che poi utilizza nelle sue opere. 'Hello World' (uscito per Illegal Art) è l'ultimo album prodotto in questa maniera, in cui tutte le tracce sono state composte a partire da materiale di Aesop Rock, Ennio Morricone e Miss Elliot, fra gli altri. Il risultato è quello di un pop alieno, sfocato ma familiare, un qualcosa che risente di una qualche influenza 'automatica', ma si ritaglia al tempo stesso un afflato e un'originalità fuori di discussione. Come del resto anche la 'plunderphonics', ossia l'accostare insieme moltissimi campioni brevi per ottenere risultati inaspettati, a partire dai primi importanti album realizzati dal suo ideatore, John Oswald, il cui celeberrimo album 'Plunderphonic' è, dopo anni, liberamente scaricabile dal suo sito ufficiale. E lo stesso artista, in uno dei suoi primi e fondamentali scritti teorici, definiva la sua tecnica così: "pirateria audio come prerogativa di composizione". E per quanto provocatoria possa sembrare quest'accostamento essa sintetizza perfettamente lo spirito di riappropriazione del passato e di creazione nel presente che accumuna questi artisti sonori.