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30.06.04
Blue Moon, accordarsi coi suoni della città.
Le possibilità interattive espresse dalle installazioni sonore pubbliche sono spesso dirette al pubblico 'umano' e al suo intrattenimento. Pochi sono, invece, gli esempi di lavori che cercano d'incastonarsi con un luogo e con il suo proprio patrimonio sonoro, diventando nodi attivi di un invisibile network acustico già esistente. Proprio in questa direzione va, invece, Blue Moon, un'installazione occultata su una delle banchine della parte sud di Manhattan, che usava i suoni esterni come attivatori della propria struttura compositiva. Questa è formata da tre 'tuning tubes' installati sul North Cove Harbor che creano accordi e melodie in risposta ai suoni percepiti (elicotteri, aerei, navi, voci, onde, traghetti, barche, ecc. ecc.). Le elaborazioni sonore sono riprodotte attraverso cinque amplificatori a forma di cubo, disposti ad arco nella piazza antistante il molo, creando così una vera e propria zona armonica che muta in tempo reale in sintonia con i suoni della città. Realizzata da Bruce Odland and Sam Auinger (O+A), Blue Moon tiene anche in conto il flusso delle maree, modulando le sue tonalità insieme ai cicli della luna. In questo modo i suoni rifrangono la loro presenza, in un fluido alternarsi di fenomeni che creano un soundscape integrato nel confine fra naturale e artificiale.