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Breathe On Me, Will Pappenheimer
04.03.05
Breathe On Me, possibilità e limiti in telepresenza.
Tre superfici verticali con affisso un numero variabile di webcam munite di ventola delimitano lo spazio fisico percorribile dell'installazione, mentre - in remoto - utenti internet controllano l'orientamento degli stessi dispositivi in senso orizzontale e verticale. Scegliendo di connettersi ad una delle webcam, si dotano quindi di un particolare punto di vista per localizzare i visitatori 'reali' e, come timido approccio, si permettono di fiatargli addosso azionando la ventola. Una forma di comunicazione minima tra attori di un'inconsapevole performance che - quando si accorgono dell'occhio indiscreto - sono desiderosi di essere coinvolti, e sconosciuti internettiani che si manifestano in forma di aria. Questo è Breathe On Me, l'interessante lavoro di Will Pappenheimer (già all'Interactive Futures O5 in Canada) che rimanda alla Telepresence Art focalizzando l'attenzione sul circuito di scambio come frontiera dell'esperienza mediata dalla tecnologia; nelle questioni del teatro d'incontro e di svolgimento dell'azione, nel coinvolgimento fisico quando si trasmettono informazioni ed emozioni. In minor misura tocca anche la questione della videosorveglianza e del diritto alla privacy, per altri versi e con altre modalità estetiche anche al centro delle ricerche dei Surveillance Camera Players.
Francesca Colasante