neural.it new media art, e-music, hacktivism
neural magazine
suoni futuri digitali
 
 
 > News archive  > Neural Magazine  > Neural Station  
 > emusic  > new media art  > hacktivism  
.art
Camera Obscura 2005/1-Inf, Pinhole Camera, Przemek Zajfert, Burkhard Walther
27.03.06
Camera Obscura 2005/1-Inf, virus fotografico memetico.
L'opera collettiva potenzialmente infinita Camera Obscura 2005/1-Inf di Przemek Zajfert & Burkhard Walther si basa su un progetto di condivisione di una Pinhole Camera dotata di un doppio foro stenopeico, adatta ad ottenere, su un negativo bianco e nero, due esposizioni parallele lievemente sovrapposte tra loro. La macchina fotografica, costruita di cartone e alluminio, è venduta su Ebay ogni settimana e comprata da un primo acquirente il quale si impegna a inviare al secondo acquirente dello stesso lotto la Pinhole Camera, dopo aver realizzato la prima esposizione. Il secondo acquirente effettua la seconda esposizione, restituendo poi la macchina fotografica alla galleria Merid di Stuttgart. La galleria espone periodicamente la serie di doppie fotografie, mentre per la primavera del 2006 è prevista la pubblicazione di un catalogo delle immagini al momento completate. Il progetto è dedicato alla particolare opera unica e incompiuta 'Opalka 1965/1-∞' dell'artista polacco Roman Opalka, costituita da singole tele dello stesso formato e nominate "Details", quadri diffusi in tutto il mondo, parti costitutive in concreto il concetto astratto alla base dell'opera di Opalka, traduzione pittorica di una numerazione progressiva dall'uno all'infinito, che avrà fine con la morte dell'artista. In "Camera Obscura 2005/1-Inf" vediamo plasmarsi, nel corso del tempo, un mosaico fotografico fondato su esposizioni parallele create da parte di persone, che, da diversi luoghi del mondo, entrano in contatto reciprocamente attraverso la composizione di immagini che si generano, replicano e diffondono come memi, micro-unità di evoluzione intellettuale/visiva, parte attiva di un linguaggio fotografico contagioso, virus culturale il quale dimostra che, in accordo col pensiero di Francesca Woodman, "la teoria dietro l'opera è importante, ma è sempre secondaria alla soddisfazione dell'occhio".
Eleonora Calvelli