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06.12.02 New Media Poetry, parole mutanti e versi ricombinanti.
La contaminazione dei linguaggi e l'utilizzo creativo dei supporti artistici nel secolo scorso ha spinto un radicale rinnovamento nei contenuti e nelle forme artistiche. La poesia e la parola scritta hanno scoperto una nuova dimensione grafica e spaziale con cui farsi portatrici di messaggi più immediati e sintetici (dalle parolibere futuriste alle loro esaltazioni per l'avvento della cartellonistica pubblicitaria). Con la diffusione dei nuovi media, le sperimentazioni poetiche spostano la loro attenzione sulla dissoluzione del supporto fisico e sull'interazione dell'opera da parte del lettore. La new media poetry in particolare, prendendo coscienza che, come affermava già Deridda, nessuno scrittore ha il pieno controllo del medium scritto, abbandona la struttura fissa delle proprie composizioni e concepisce una poesia dinamica fatta di parole mutanti e versi ricombinanti che si modellano attorno all'interazione del lettore. L'interpretazione dell'elemento tecnologico varia da artista a artista: c'è chi fa dei nuovi media uno strumento capace di creare evocativi ambienti virtuali in cui ogni esplorazione fisica consente una lettura del testo sempre diversa (poesia olografica e poesia virtuale); chi invece incentra i suoi studi su procedimenti di scrittura tecno-poetici (poesia ricombinante) che consentono al fruitore di operare una scomposizione e ricomposizione del testo, spesso associato ad elementi audiovisivi, perché individui significati diversi a seconda della disposizione testuale. Nel suo web magazine Contentodesign Daniela Calisi affronta in prima persona, come poeta, e criticamente, come studiosa, le sperimentazioni riguardanti poesia e nuove tecnologie. Nel sito compaiono sia prove di new media poetry (tutte in formato shockwave) sia articoli di approfondimento storico relativi alle sperimentazioni cinematografiche degli anni '30, nonchè interviste ad importanti sperimentatori nel campo tecno-poetico come Bill Seaman, Pablo Gyori ed Eduardo Kac.
Clemente Pestelli