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26.09.03
Crac is art, tag ascii come artefatti.
Già molti anni fa la diatriba sui graffiti, visti come fenomeno unico di arte contemporanea da un lato e come mero atto di vandalismo dall'altro, aveva aperto il dibattito su come l'arte che si riappropria di spazi, pure con teniche personalistiche, sia da considerarsi un espressione importante o di secondo piano. Forme meno elaborate e molto più di nicchia rispetto all'ampia cultura dei graffiti sono state quelle dell'elaborazione di simboli per distinguere le diverse crew nel panorama di attività ufficialmente considerate non legali. Già nell'esposizione Kingdom of Piracy, l'opera 'Hall of Fame' di Beige vs. Rsg, aveva isolato le sigle di alcune crew di cracker di videogiochi per il Commodore 64. Ora, invece, la coppia Mona Vatamanu e Florin Tudor, di Bucarest, ha raccolto in Crac is art, diversi tag disegnati in ascii da altrettante crew di cracker. La particolarità di questi ambienti è che i designer di questi artefatti tengono all'anonimato innanzitutto, e non hanno nessun interesse a cedere alle lusinghe del proprio nome reale messo in evidenza da qualche parte, nè ad essere disturbati da presunti 'curatori'. Ma la loro elaborata firma rappresenta un artefatto comunque, essendo in competizione tecnica e quindi simbolica con le altre, cercando di surrogare l'eccelso livello di controllo sulla macchina. Queste tag, paradossalmente espresse in un file di flash e quindi non editabili, vengono proposte come un etereo panorama, mentre vagano nella loro schematica rappresentazione.