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Crystalpunk Workshop for Soft Architecture, Socialfiction.org
22.03.06
Crystalpunk Workshop for Soft Architecture.
Ogni stanza ha una storia, ogni luogo ha una natura emozionale che può essere in parte subita ma anche esplorata e soprattutto cambiata. Questo il principio su cui si basa Crystalpunk Workshop for Soft Architecture che, grazie contributi forniti sotto forma di suoni immagini o testi dai partecipanti nel momento della fruizione, si colloca all'interno di quel filone psicogeografico che studia gli effetti dell'ambiente geografico sulle emozioni e i comportamenti degli individui. Il progetto - che fa parte di un più ampio programma di ricerca che si propone di sviluppare una conoscenza teorica che sovverta l'ordinaria concezione di spazio, tempo e linguaggio - si sviluppa lungo due direttrici, una urbana localizzata in un palazzo di Utrecht e una online. In entrambi i casi comunque, l'incertezza del risultato domina la fruizione. Non vi è infatti traccia di obiettivi, seppur ideali, ma soltanto la consapevolezza che anche in un ambiente vuoto il flusso di informazioni circolante all'interno, risultante dalla mescolanza dei residui emozionali di eventi del passato e delle esperienze presenti, può far acquisire allo spazio una identità virtuale soggetta a continue mutazioni. Uno spazio emozionale, evocativo e generatore, la cui esplorazione provoca una decontestualizzazione che già Debord e Wolman avevano elaborato nel saggio 'Metodi di detournement': "Il soggetto produce, come quasi un prolungamento di sé, un ambiente o un percorso entro il quale egli si muove liberamente... in questo modo l'individuo non è limitato a correggere i lavori esistenti o integrare diversi frammenti di lavori scaduti ma può alterare il significato di questi frammenti in qualunque modo..."
Francesca Tomassini