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. book ElectroScape, International new media art exhibition <book> Shanghai Zendai Museum of Modern Art Se è di moda definire la Cina come una nuova frontiera, non è sbagliato riflettere su come il capitalismo senza freni a cui è sottomessa la sua società stia cercando legittimazioni culturali internazionali. Per questo anche i nuovi media vengono inclusi nelle politiche artistiche, come fiore all'occhiello di una nazione che vuol far proiettare nel futuro la sua immagine man mano creata nell'immaginario occidentale. Questo catalogo di ElectroScape, International new media art exhibition, mostra che ha inaugurato il Zendai Museum of Modern Art di Shanghai, definisce però un approccio curatoriale che privilegia la natura artificiale. Questo la dice lunga sul rapido bruciarsi di tappe che cerca di traghettare la ricchissima filosofia e arte tradizionale cinese verso l'arte contemporanea, il suo mercato e le sue possibili evoluzioni. Nel progetto dell'esposizione, i concetti della filosofia cinese di tempo e spazio vengono confrontati con quelli espressi dai time-based media, in un percorso che vede proprio negli artisti locali i guizzi più interessanti, come l'agopuntura come interfaccia di Jing Jiang-Bo o il modello in scala dello stesso museo di Jeong-Ju Jeong, attraverso cui attivare telecamere di controllo le cui immagini vengono proiettate sul muro retrostante, commisti a noti nomi occidentali (Golan Levin, Christa Sommerer & Laurent Mignonneau, Eduardo Kac, John F. Simon Jr., Miltos Manetas, ecc. ecc.). Dopo il primo New Media Arts Exhibition and Symposium di Beijing del 2004, questa mostra segna un altro nodo di connessione bidirezionale fra l'arte dei nuovi media e il nuovo continente cinese. |