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Endangered Sounds, Garth Paine
16.11.04
Endangered Sounds, suoni protetti esibiti in pubblico.
'Inscatolare l'immateriale' è quello che tentano miseramente di fare le industrie discografiche tramite le protezioni da copia della musica pubblicata su supporto fisico. Questo filo spinato invisibile (sentire, ma non toccare), viene stigmatizzato dall'installazione Endangered Sounds di Garth Paine, ispirata da copyright ancora più assurdi come quella del rombo delle Harley Davidson. Consiste in due serie di oggetti. Da un alto ci sono una serie di provette contenenti aria incapsulata nei pressi di uno dei suoni protetti da brevetto, corredate da una dettagliata etichetta identificativa. Dall'altro alcuni dessicatori di vetro entro cui ci sono delle casse acustiche alimentate ad energia solare che riproducono suoni protetti violando la legge, ma lo fanno in un recipiente in cui è stato fatto il vuoto, quindi senza che possano essere uditi da alcuno. Quest'opera esprime una materializzazione delle protezioni immateriali, una traduzione concettuale che rende lampante il paradosso scatenato dall'ossessione per la protezione dalla riproduzione e dalle conseguenti efferate tecniche di anti-copia. L'insicurezza delle elenfantiache aziende, si rifiuta di fare i conti con la realtà, ossia che la protezione è inutile e dannosa. E la costruzione di quest'installazione rende palpabile l'invisibile attraverso il vetro, elemento fragile ma invalicabile, che al contempo con la sua trasparenza lascia scrutare il suo interno, come un editor di files.