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20.11.02 Glitch art, il fascino dell'errore digitale.
Potenza e precisione di calcolo dei nuovi elaboratori elettronici e digitali hanno largamente influenzato le tendenze estetiche contemporanee. Nell'immaginario collettivo una certa pulizia ed una certa patinatura dell'immagine tipica degli standard mass-mediatici e pubblicitari, attestano l'ineguagliabile perfezione della macchina rispetto all'uomo. In ambienti più circoscritti, dove la cultura viene mossa dal basso, c'è chi fa dell'imperfezione digitale un motivo estetico che ha riscontri nella musica e nell'immagine. Il termine inglese 'glitch' indica un malfunzionamento, un errore, un'interruzione ed è usato generalmente per indicare un piccolo difetto di origine elettrica. Fare di questi difetti delle opere d'arte ha la doppia finalità di creare e cercare nuove soluzioni estetiche ma soprattutto di svelare i limiti e la non-perfezione assoluta della macchina, nonché il suo lato imprevedibile e incalcolabile. Tony Scott lavora oramai da qualche anno sui 'glitches' nel campo delle immagini digitali ed ha formulato una vera e propria metodologia di produzione di glitch art, liberamente consultabile sul suo sito Glitch Art che è frequentemente aggiornato. Il processo di creazione è abbastanza particolare e interessante: consiste nel forzare il codice di un programma per provocare errori irreversibili poi covertiti in file a 8bit di colore; il passo successivo è quello di mostrare il file per poi successivamente modificarlo attraverso un editor grafico in cui si seleziona un area di interesse (non sempre è interessante l'intera immagine) e la si ridimensiona. Infine si accentuano i contrasti e i colori mentre alle volte si mixa l'immagine risultante su altre di origine fotografica. Il risultato finale è costituito da schermate con aree di colore a blocchi semplici ma efficaci che entrano in contrasto con altre aree di rumore e di caos. Il sito, oltre a fornire informazioni di carattere generale sulla 'glitch aesthetic', funziona da archivio in progress delle opere sempre accompagnate da appunti riportanti le scelte e le motivazioni dell'artista.
Clemente Pestelli