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09.01.02 Il dj? Un software.
Il laboratorio d'intelligenza artificiale dell'Hewlett-Packard sta sviluppando un software che usa il feedback di chi balla per scegliere le tracce di un dj-set. Il progetto di ricerca è attualmente svolto nei laboratori di Bristol (Inghilterra) e coordinato da Dave Cliff (nella foto). Il programma si chiama HPDJ ed è stato testato in una serata al Ministry of Sound di Londra, uno dei più grandi club europei, traendo in inganno un terzo dell'audience che credeva ci fosse un dj in carne ed ossa alla consolle. HPDJ è in grado di effettuare mixing e fading eccellenti, grazie ad algoritmi appositamente sviluppati, ma la sua funzionalità peculiare si ottiene grazie ad un braccialetto che viene indossato dagli utenti, in grado di monitorare battito cardiaco, sudorazione e movimento. Questi dati trasmessi in wireless, vengono confrontati con un database che classifica i brani secondo drum patterns, linee di basso, tastiere e parti vocali, e scegliendone quelli più adatti secondo un algoritmo 'genetico' che tende a privilegiare la maggioranza. Ma anche nei momenti di 'stanca', il programma reagisce, tentando di incrementare i bpm dei brani stessi o variando beats e linee di basso, gestendo anche periodi di chill-out dopo sequenze più movimentate. Cliff vorrebbe anche fornire un'ultima funzionalità e cioè linkare il software ad un masterizzatore, in modo da regalare ai clubber in uscita un cd con il set che essi stessi hanno contribuito a creare.