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Instant City, Sybille Hauert, Daniel Reichmuth
21.12.04
Instant City, sequencing luminoso.
Il sequencing musicale generato da sequenze di oggetti materializza quello realizzato da qualche lustro con i programmi software, trasferendo le abitudini di giustapposizione dei campioni sonori in un'area fisicamente accessibile, e appagante da un punto di vista muscolare. A gratificare il gesto è Instant City di Sybille Hauert e Daniel Reichmuth, un'installazione che permette di delineare melodie attraverso un'architettura da costruire con mattoni trasparenti posizionati su un tavolo. La dimensione ludica è preponderante nell'implicito invito a sperimentare gli effetti dei cambi posizionali nonchè nella compartecipazione di più utenti attivi intorno al tavolo quadrato. Tecnicamente la posizione dei diversi elementi è data dalla luce che essi attenuano con la loro trasparenza, rilevata da appositi sensori posti sotto il piano di 'gioco'. Il lavoro ricorda da vicino il concetto di Audiopad, in cui gli oggetti pure posizionati su un piano non regolare, venivano rilevati tramite microtrasmettitori incorporati. I piani di lettura, stavolta, invece, possono essere diversi, dall'eterea trasparenza degli elementi che li rende uguali fra loro e neutri, lasciando alla collocazione spaziale la loro caratterizzazione. Come pure la struttura da gioco del tavolo illuminato dall'alto per ragioni tecniche di rilevazione, per il suo aspetto monolitico e di guida in uno spazio buio attira avventori desiderosi di affacciarsi a questo spazio sonoro delimitato e, in fin dei conti, identificato dallo spazio luminoso che è capace di occupare e di rendere udibile.