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14.11.01 L'Internet che non si vede.
I risultati di una ricerca triennale condotta dalla Arbor Networks sulla raggiungibilità degli indirizzi di Internet sono a dir poco inquietanti. Ciò che è venuta fuori è l'esistenza di un 'dark address space', di cui fanno parte circa 100 milioni di host completamente irraggiungibili da alcune significative porzioni della rete. Le cause di tale irraggiungibilità sono diverse e vanno dalle liti contrattuali fra network operators a semplici malconfigurazioni dei router. Secondo il suo direttore delle architetture di rete Craig Labovitz "l'immagine che tutti hanno in mente di Internet è di un grafico di nodi completamente interconnessi, il che non è affatto vero." L'analisi delle tabelle di routing, infatti, ha evidenziato diversi fattori. Fra questi la pratica di alcuni operatori di adottare dei filtri aggressivi per facilitare il traffico ed evitare configurazioni sbagliate, e l'uso da parte di siti militari dello spazio di indirizzi 'milnet' ormai relegato alla preistoria della rete. Ma, apparentemente senza motivo, anche i detentori di connessioni via cavo risultano spesso non raggiungibili. Un altro fenomeno si accompagna a queste questioni e cioè la comparsa di tanto in tanto di spazi d'indirizzi 'oscuri', che si suppone non vengano utilizzati, e che diventano invece, appannaggio di qualcuno. Sulla rete basta che un router dichiari di essere titolare di determinati indirizzi che tutta la rete si adeguerà di conseguenza, per cui si sono notati router 'cooptati' prima di invii massicci di email con gli stessi indirizzi 'spariti' poco dopo il suddetto invio. In Ottobre il CERT aveva riportato una maggiore attività per compromettere il regolare funzionamento dei router, nel tentativo di utilizzarli per lanciare attacchi di tipo 'denial of service'.