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Vito Campanelli, L'arte della rete, l'arte in rete, Il Neen, la rivoluzione estetica di Miltos Manetas, Aracne Editrice, ISBN 8854800287 . book
A cura di Vito Campanelli
L'arte della rete, l'arte in rete. Il Neen, la rivoluzione estetica di Miltos Manetas
<book> Aracne Editrice
ISBN 8854800287
L'arte in rete non è solo ed esclusivamente quella che ricorre iterativamente nei testi e nelle ricostruzioni dei più. Sono diverse le opere, gli artisti e le correnti di pensiero, che pur appartenendo legittimamente a questa definizione sono a margine dell'ufficialità. Uno di questi è il movimento 'neen' di un vero e proprio personaggio come Miltos Manetas, artista greco trapiantato negli States che impernia il suo lavoro sul rapporto fra arte e tecnologia con uno specifico di rete che lo permea continuamente. Questo testo, quindi, si centra sull'analisi di questo fenomeno e sulle relative affascinanti elucubrazioni offrendo spazio a riflessioni fuori dal coro, com'è stato ampiamente dimostrato nel dibattito scaturito durante la preview dell'edizione di Sintesi del 2004, trascritto fedelmente nel testo. La pregevole 'ars eloquendi' dell'artista ha dimostrato una particolare abilità di rendere ironici i meccanismi dell'arte, prendendoli al contempo estremamente sul serio. Su tutto però emerge il concetto un po' dadaista di 'neen' che s'incastra perfettamente nelle stesse dinamiche dell'arte e al contempo se ne fa beffe sublimandole in un continuo riferimento circolare e paradossale. Ciò che risulta, quindi, dalle pesate riflessioni di Campanelli, è uno squarciarsi di nuove intuizioni e un continuo giocare di piani comunicativi. Spirito e decostruzione critica, poesia e hacking, ufficialità e potenziale illegalità si rimbalzano di continuo nelle parole e nel lavoro di Manetas, in un ping-pong continuo fra la perfetta decostruzione dei meccanismi dell'arte contemporanea, da un alto, e l'immaginario poetico della rete e delle sue infinite possibilità, dall'altro, in maniera contrapposta e colloquiale. Un contributo nodale, quindi, all'ampio (e spesso autodistruttivo) dibattito sulla net art che rimette in gioco molte delle sue potenzialità.