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29.04.02 Lasciate la mia musica libera in rete.
Joseph Byrd è l'autore di un paio di album psichedelici alquanto sperimentali ('The United States of America' e 'The American Metaphysical Circus'), pubblicati dalla Columbia Records alla fine degli anni sessanta. Da allora non ha ricevuto nemmeno un centesimo in royalties e nonostante ripetute richieste di resoconti e cifre precise dal 1976 ad oggi la Columbia, ora assorbita dalla Sony, ha bellamente evitato di fornire qualsivoglia documento, prevedendo pure una rimasterizzazione in cd degli stessi album. Il compositore, a questo punto ha scritto a Marilyn Hall Patel, il giudice responsabile della violazione di copyright di Napster. L'artista che ora insegna storia della musica presso il College di Redwoods nel nord della California, sostiene di non essere certo l'unico e che ci sono migliaia di altri musicisti nelle sue condizioni. Byrd, scrive, che "le etichette discografiche pagano solo ciò che gli conviene per i bilanci, ma per moltissimi artisti esse risultano morose... Per questo permettere loro di raccogliere denaro in nostro nome va contro gli interessi pubblici. Personalmente preferisco che la mia musica sia condivisa liberamente, fino a quando la situazione non sarà cambiata." Byrd non ha mai avuto un contratto, e per questo nessuno si è affrettato a pagarlo, ma secondo lo stesso autore il suo disco si trova ancora in catalogo, e un po' di tempo fa i Portished hanno chiesto la sua autorizzazione per una cover. "Non credo sia cinico affermare che il business dell'intrattenimento è così corrotto che nulla può cambiare le loro pratiche commerciali, a meno di una Carta dei diritti degli Artisti, che per concretizzarsi avrebbe bisogno di un pubblico talmente inviperito da chiedere al Congresso degli Stati Uniti di imporre qualcosa ad Hollywood. Ma quando mai è successa una cosa simile?."