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14.07.03 Last.fm, la radio su misura.
'Share taste instead of files' recita uno dei payoff di Last.fm, emittente in streaming di Londra che porta avanti tecniche aggiornate per personalizzare i suoi ascolti. Facendo tesoro dell'esperienza di anni elaborata spontaneamente in mailing list e forum, è stato attivato un filtro collaborativo che tenta di percepire i gradimenti e i non-gradimenti degli utenti, aggiustando contestualmente le rispettive playlists. E infatti l'affinamento degli algoritmi che associano ai gusti dell'utente altri prodotti simili per indurlo nella perenne tentazione d'acquisto ha caratterizzato negli ultimi anni più di un impresa online, non ultima Amazon che da diversi anni ne ha comprato alcuni implementati con successo, anche se esistono pure tentativi gratuiti, come Audioscrobbler. Nel caso di Last.fm i dati vengono rilevati attraverso l'inserimento volontario di un profilo da parte dell'utente, oppure semplicemente rilevando i dati d'uso, ossia se un brano viene ascoltato fino alla fine ha un punteggio alto, altrimenti uno basso. Questi dati nel tempo creano comunque un profilo di preferenze, che confrontato con quello di altri utenti permette di predire con buona probabilità altri brano che risulteranno graditi all'utente stesso. Allargando la prospettiva si tratta di rimettere nelle mani degli utenti le scelte finora effettuate dall'industria. Con 6.000 utenti registrati e 30.000 brani nel database, Last.fm ha avuto la prova del buon funzionamento del suo schema intuitivo e semplice da utilizzare, con diverse etichette indipendenti che l'hanno contattata vedendo un possibile veicolo promozionale 'gratuito' delle loro attività, impossibile da portare avanti sulle radio commerciali.