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.hacktivism 27.04.01 Legge editoria: riscontri internazionali. La nuova legge sulla stampa online che riprende i regolamenti per la carta stampata del 1948 continua a suscitare scalpore. In palese violazione 'articolo 21 della Costituzione che recita: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non puì essere soggetta ad autorizzazioni o censure." Inoltre i nuovi regolamenti sulle iscrizioni a presunti registri non hanno senso, come fa giustamente notare Giuseppe Attardi dell'ISOC italiana "i siti Internet sono già automaticamente registrati nel DNS (basta fare un whois e si ottiene nome, cognome e indirizzo del responsabile), la data la fornisce HTTP ad ogni get." A farsi sentire anche l'Assoprovider, l'associazione dei piccoli provider Internet che ha detto in un comunicato "non è chiara l'intenzione del legislatore, non è chiara la legge in sè, non sono chiari i metodi d'attuazione, non sono neppure chiare le precisazioni che gli attori del provvedimento sono stati costretti a pubblicare sui giornali... Si vuole mettere il bavaglio alla Rete?". I radicali, cavalcando la tigre, hanno messo sù Disobbedisco, giornale che si autodefinisce 'Settimanale telematico di NON ISCRITTI all'ordine dei giornalisti', con direttore responsabile l'avversario locale alle prossime elezioni di Chiti. Infine altri articoli, tutti molto critici della legge sono apparsi su Liberation (Francia), International Herald Tribune (Inghilterra), Telepolis (Germania) e National Review (USA) che l'ha laconicamente intitolato 'Orwell in Italy'. |