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20.02.02 Libertà vigilata dal satellite.
John Zadrayel è un quarantenne incriminato per aver violentato un ragazzo di 14 anni, che ha già scontato quattordici anni di prigione. Ora è in uno strano tipo di libertà condizionata, a Tampa, in Florida (U.S.A.) dove fa il cuoco in un ristorante. Viene controlalto tramite un braccialetto capace di comunicazioni wireless fissato al polso che scambia segnali con una specie di 'radio' che altro non è se non un apparecchio che rileva tramite lo standard Global Positioning System (GPS) la sua posizione pressocchè esatta e la trasmette, tramite una chiamata cellulare, agli uffici competenti per il suo controllo. Il GPS fruisce di un network di 24 satelliti a 20.000 chilometri d'altezza. Zadrayel deve avere l'apparecchio sempre con sè in qualsiasi momento e deve sempre ricordarsi di non allontanarsi per più di trenta metri, pena il ritorno alla reclusione in carcere. Sono 1.200 i criminali negli USA sottoposti a questo trattamento, parte dei 150.000 che subiscono un controllo elettronico, come sistemi di monitoraggio della casa o controlli telefonici. Il tutto risulta conveniente economicamente per gli istituti penali, in quanto in Florida un carcerato costa 45 dollari al giorno per essere mantenuto in prigione, mentre la sua sorveglianza GPS ne costa 10, per cui sono già 600 i detenuti posti in questo stato, probabilmente anche perchè la Pro Tech Monitoring, la maggior azienda di questo tipo di sistemi ha la sua sede centrale proprio ad Odessa, a nord di Tampa. La programmazione del dispositivo prevede anche zone off-limits come nel caso di Zadrayel, le scuole, i parchi giochi e la casa della vittima. Il software realizzato per questa tecnologia consente di sapere tutti i movimenti nel tempo del condannato, da quando esce di casa, alle sue fermate lungo la via e la sua velocità di spostamento. Anche se la trasmissione funziona male nelle aree rurali e in determinate condizioni urbane, secondo Jim Sommerkamp, uno dei supervisori del controllo di Zadrayel "È come avere una telecamera nel cielo", mentre Peggy Conway, direttrice del 'The Journal of Offender Monitoring' dice "Vogliamo creare una prigione senza muri all'interno della comunità, una prigione virtuale".