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. book
Mitchell Whitelaw
Metacreation: Art and Artificial Life
<book> MIT Press
ISBN 0262232340
La sensazione che qualcosa sia 'vivo' è strettamente legata all'autonomia espressiva dell'oggetto in questione. Le simulazioni di 'vita', ossia l'area della 'artificial life', ha attratto fin dai primi anni novanta numerosi artisti pronti a sfruttare i meccanismi generativi di base per sviluppare concetti e parametri nuovi. La 'metacreazione' a cui si riferisce il titolo, quindi, è quella di realizzare non un'opera stabile e definita, ma un sistema di regole e infrastrutture di base che evolve autonomamente, e che è intermedio (meta) fra la sua creazione e i risultati ultimi. Anche se il fuoco sacro che ha condotto le ricerche artistiche a più alto impatto emotivo (robotica, generazione di forme) sembra essersi affievolito nel nuovo millennio, come dimostrano gli esempi illustrati in questo testo, resta un fascino irresistibile del coinvolgimento entro sistemi artificiali, e della connessa imprevedibilità dell'interazione, tipicamente legata al genere umano. In questo senso la naturalezza della 'generatività' degli algoritmi utilizzati diventa la cifra in base alla quale giudicarli, e la loro applicazione nel tempo costuisce un utile memoria storica di queste pratiche. Il libro cerca di assemblare un compendio utile ed esaustivo, solo parzialmente riuscito per quest'ultimo aspetto che forse avrebbe dovuto includere anche le recenti sperimentazioni biotech, fortemente critiche verso la celebrazione della creazione della vita di per sè. In tal senso rari sono in quest'ambito l'ironia delle fantasiose forme organiche di William Lathan così come il paradosso delle clonazioni di Natalie Jeremijenko, che invece costituiscono un importante (anche se non esclusivo) approccio a tematiche strategiche, fuori dalle autocelebrazioni estetiche che hanno caratterizzato un buon numero di artisti dell'ambito.