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22.01.02 La net art di Mez in una mostra personale su javamuseum.org.
Prima di tre mostre online dedicate agli 'artisti dell'anno' del javamuseum, quella che vede per protagonista '[mez)', ossia Mary-Anne Breeze, è particolarmente importante per illustrare le capacità di sperimentazione con i linguaggi e le consuetudini della rete che l'artista ha dimostrato da tempi non sospetti. La selezione dei lavori, infatti copre un periodo di cinque anni (dal 1995 al 2000 per la precisione), in cui Mez si esprime attraverso le pagine semplicemente efficaci e soprattuto il suo destabilizzante linguaggio (il 'mezangelle'), non lineare e dall'origine fortemente visionaria, che rende ogni messaggio, email o pagina web che sia, un nuovo territorio semiotico da esplorare. Questa è la linfa che accompagna le sue opere (da lei definite come 'net.wurks'), fatte di molti altri riferimenti che ne ampliano la portata, come nei 'the Datableeding texts', dove prima di continuare chiede all'utente di mandarle una goccia del proprio sangue per entrare in maggior confidenza, e usare per l'accesso ai testi il proprio soprannome da bambino, che viene poi rielaborato nelle pagine successive. Un tributo dovuto e un'occasione per affrondire gli aspetti di uno dei riferimenti migliori della net art.