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18.04.01 Raid anti-mp3 a Taiwan.
La International Federation of the Phonographic Industry (IFPI) ha denunciato al locale distretto di polizia quattordici studenti della National Chengkung University di Taiwan, accusandoli di aver copiato e scambiato illegalmente files in mp3. Un raid nelle loro stanze e il sequestro dei loro computer hanno permesso di formulare le accuse. Li Jui-bin, il portavoce della IFPI di Taiwan ha definito questa operazione come 'un chiaro messaggio' nei confronti degli studenti del campus. Il sito della stessa organizzazione è irrangiungibile già da qualche giorno. Della IFPI fanno parte membri della EMI, Sony, BMG, Universal, Warner ed RIAA. Ma tutta l'operazione ha avuto fin dall'inizio contorni poco chiari. In primis ciò che avrebbe fatto scattare i mandati sarebbe stata una lettera *anonima* del fratello di uno degli studenti che avrebbe chiesto alle autorià di 'salvarlo dalla fissazione per Internet', lettera che potrebbe aver scritto chiunque. L'attacco agli studenti con la scusa della pirateria chiude poi tutt'e due gli occhi sui veri artefici dei traffici illegali di software e musica e cioè sulle pericolosissime gang criminali ben organizzate che le autorità locali si guardano bene dall'affrontare. Una voce si è già levata a favore degli studenti, ed è quella di Ovid Tzeng (nella foto), ministro dell'Educazione, che ha già ottenuto l'appoggio volontario di un'organizzazione nazionale di avvocati per difendere gli studenti. Ora lo spettacolo a cui si assiste al campus è curioso. Gli studenti lasciano i computer smontati, portandosi gli hard disk a lezione, e i ragazzi hanno formato un gruppo di supporto per le ragazze meno esperte in hardware, aiutandole a smontare e rimontare gli hard disk per non lasciare sguarnite 'prove' pericolose.