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20.02.01 Il marketing della paura.
L'inglese My-Reputation sta sfruttando una delle leve più forti nell'incontrollato proliferare d'iniziative di contenuti online. Si propone infatti come una sorta d'investigatore privato della propria reputazione, andando a scovare tutti quelli che sono ritenuti usi impropri del proprio nome. Definendosi come 'guardie del corpo su Internet' hanno pubblicato uno studio sugli abusi perpetrati coi nomi di 100 celebrità, (come i siti porno che usano le foto seminude di Britney Spears), proponendosi come consulenti globali sul tema e vantando già vittorie legali come le 80.000 sterline ottenute in Inghilterra per l'uso non autorizzato di un nome famoso nel 'meta tag' di una pagina web, o l'elenco di 386.533 siti web di bootleg di band famose.