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12.12.02 Neuromarketing: scanning cerebrali per tarare la pubblicità.
È stato definito dai suoi creatori 'neuromarketing', e consiste nel rilevare tramite risonanza magnetica le reazioni cerebrali all'esposizione di un certo prodotto, 'registrando' in un certo senso le reazioni del nostro subconscio stimolato da quella merce. È un terrificante sistema messo a punto dalla BrightHouse Institute for Thought Science e al momento è sperimentato in un ospedale di Atlanta ricompensando i pazienti che si sottopongono al test mentre guardano immagini di prodotti commerciali. In un delirio di onnipotenza, l'altamente ironico se non fosse sincero, Adam Koval, del suddetto istituto si entusiasma all'idea che le aziende in questo modo possano aumentare le vendite o la fedeltà al loro brand, o instillare comportamenti voluti nel consumatore. Sebbene più di un neurologo sia scettico sui risultati ottenibili con queste tecniche, soprattutto per la concorrenza di messaggi che risvegliano le nostre capacità di scelta, le ricerche continuano per conto di aziende di cui l'istituto non vuole svelare i nomi, ma che identifica come 'global consumer product companies'.