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English version

. book
Mark B. N. Hansen
New Philosophy for New Media
<book> The Mit Press
ISBN 026208321
Quanto il flusso d'informazione è effettivamente incorporeo e staccato dal nostro rapporto con la realtà organica? E quanto l'immagine digitale, con le sue multidimensionali possibilità di distorsione e di simulazione, risulta avulsa dai movimenti della nostra carne? La tesi dell'autore è quella che l'immagine, essendo diventata un processo a sè stante, si sia irrimediabilmente legata alle attività del corpo. Ed in effetti il processo d'elaborazione dell'immagine, è sempre più trasparente nella visibile griglia di pixel pulsanti che può essere ricavata nella sua rappresentazione digitale. Gli effetti che essa provoca sui nostri sensi, infatti, sono tangibili sia nella trasformazione indotta degli apparati percettivi, come viene documentato in un'articolata critica alle posizioni 'cinematografiche' di Manovich, accurate citazioni da Virilio e dalla sua 'macchina della visione', nonchè in un nutrito apparato di opere (Jeffrey Shaw, Tamas Waliczky, Mongrel, Bill Viola, Robert Lazzarini...). In questa sistematizzazione controcorrente, si incrociano diverse teorie afferenti, come la sublimazione del corpo in una sua unica rappresentazione facciale, riflessa perfino in teorie di marketing che traducono nel volto la rassicurazione dell'utente, sospinto quindi ad acquistare il prodotto (come nel caso delle riviste e delle copertine che ormai raffigurano sempre più volti). Ma la sfida è portata a tutta una scuola di critica che ha basato sul sottile insinuarsi della dimensione impalpabile delle informazioni le sue basi, attaccandola non con argomentazioni frontali attinte all'ineluttabilità dell'organico, ma con un approccio laterale che ne corrode gli assunti, proponendo una prospettiva carnalmente coerente. Ai posteri l'ardua sentenza.