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.art 26.08.05 On Disappearance. Loss of World; Escaping the World. In un panorama mediatico che celebra le perdite solo quando sono spettacolari, cancellandone subito dopo il ricordo, la 'scomparsa' di persone e pezzi di mondo si svolge in silenzio, fuori dalle luci dei riflettori, o ripresa per caso da un occhio elettronico amatoriale. On Disappearance. Loss of World; Escaping the World è la mostra che s'inaugura il 26 agosto su questi temi all'HMKV - Hartware MedienKunstVerein di Dortmund. Curata da Inke Arns e Ute Vorkoeper scandagli a fondo l'arte del dissolversi, fra metafora e realtà. E così scompaiono i fondi per finire navi oceaniche a causa della guerra (Apsolutno), sè stessi in una casa con rifugi posticci (Renaud Auguste-Dormeuil), l'amata nonna e la sua abitazione (Maja Bajevic), la casa di Unabomber rimossa dall'FBI (Lutz Dammbeck), i minatori sull'isola di Hashima sterminati da condizioni inumane (Thomas Nordanstad), gli esseri umani da un innevato percorso stradale (Thomas Köner) pezzi verbali (Christine Lemke), il cosmonauta sovietico Vladimir Michailovich Komarov mentre scompariva dalla Terra (Via Lewandowsky), le centinaia di migliaia di cambogiani sterminati dal regime di Pol Pot (Alice Miceli) gli invisibili capitali di borsa insieme alla speranza dei broker (Aernout Mik), i territori occupati e non per, rispettivamente israeliani e palestinesi (Multiplicity), il mondo, grazie a opportune droghe (Oliver Pietsch), Kazakh's culture (Birgit Schlieps), il World Trade Center di Manhattan (Wolfgang Staehle), la precaria stabilità della mente (Ubermorgen), gli spazi urbani di Berlino (Ina Wudtke). In questo inquietante panorama, la memoria contratta con la mente i suoi spazi e l'immagine testimonia qualcosa che appare o che appariva un tempo, in un mutuale (e ingannevole) scambio d'informazioni. |