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23.04.04
Portable People Meter, il controllo addosso.
Lo sfaldamento della privacy si rileva da diversi segnali negativi, fra cui un crescente sviluppo di apparecchiature che cercano di offrire all'utente la splendida rossa e succulenta mela di servizi personalizzati in cambio dell'ingestione del suo narcotico veleno che ne faccia rivelare perennemente abitudini e scelte quotidiane, documentate e controllate nei minimi dettagli. E la produzione di un dispositivo come il Portable People Meter non fa che confermare questa pericolosa tendenza che legalmente poggia su un'esplicita autorizzazione da parte dell'utente. Lo specchietto per le allodole, anche in questo caso, è il suggerimento di acquisti mirati all'inverosimile sui gusti dell'utente attraverso l'incrocio dei dati, ma il prezzo (altissimo) da pagare è il controllo e l'archiviazione costante delle proprie scelte. L'anonimo apparecchietto, infatti, rileva i segnali codificati emessi da televisori e radio, in realtà mascherati con tecniche psicoacustiche, ossia quasi inaudibili dall'orecchio umano, ma perfettamente rilevabili dal PPM, che ne tiene un'impeccabile elenco, fatto di data, ora e durata del consumo. L'apparecchio inoltre è dotato di un sensore di movimento che rileva quando esso è effettivamente indossato. In questa fase i volontari (attualmente attivi in più di 15 nazioni) che lo indossano sono retribuiti, e quando non lo indossano più, ad esempio prima di andare a dormire, lo appoggiano ad un altro dispositivo che trasmette tutti i dati ad un server centrale, venduti a loro volta a grandi aziende. Con funzionalità in sviluppo che comprendono la localizzazione dell'utente tramite GPS, lo scenario si fa sempre più buio, in attesa di opportune contro-apprecchiature che ne riescano a falsare costantemente l'insopportabile controllo.