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05.06.02 La privacy secondo IBM.
Il nuovo 'Privacy Institute' messu su dall'IBM ha già annunciato nuove tecnologie che potrebbero aiutare la tutela della privacy, appunto, dei consumatori, agevolando comunque la raccolta di dati utili da parte delle imprese di e-business. Secondo i capi progetto di questo settore la soluzione potrebbe essere prodotta da un algoritmo di randomizzazione dei dati, che riesca a riordinarli dopo essere stati distribuiti a caso con un margine d'errore fra il 5 e il 10 per cento. In pratica se un utente fornisse la sua età di 30 anni, il software potrebbe aggiungere o sottrarre una data quantità, restituendo come dato, ad esempio, 26 anni. Una volta raccolte le migliaia di dati utili per un programma d'analisi, l'algoritmo provvederebbe a 'correggerli' fornendo una buona approssimazione della reale distribuzione. La multinazionale sta cercando partner per realizzare una versione beta del software che certamente avrebbe grosse potenzialità commerciali, ma che dovrebbe comunque convincere gli utenti che c'è una buona ragione per inserire i propri dati reali e non altri completamente inventati.