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15.09.04
Ricordi Bastardi, bastard pop italiano coi fiocchi.
Dopo oltre tre anni di fiorenti produzioni internazionali, dalla prima hit ('I wanna dance with numbers', che sposava Whitney Huston e Kraftwerk) al clamoroso caso sollevato qualche mese fa dal Grey Album, è uscito finalmente il primo album di bastard pop italiano. Ricordi Bastardi è il titolo assegnato, giocando graficamente con il genere (bastard) e il logo dell'omonima catena di negozi. È valsa la pena aspettare, vista la cura con cui il tutto è stato confezionato: ogni brano è accompagnato da un mashup grafico a mo' di copertina, ed è liberamente scaricabile. Quasi tutti i mostri sacri dello sport più nazionalpopolare dopo il calcio (inclusi attempati redivivi come i Cugini di Campagna, Patti Pravo e Little Tony) hanno subito l'incastro con altrettante icone dello star system del pop (Madonna, Radiohead, Nirvana, Blur, Metallica, Verve...) con risultati a volte irresistibili. L'anonimo autore, inoltre, rende evidente il suo spessore rispetto ai tanti smanettoni della scena, tesi semplicemente a trovare una sufficiente sincronia dei beat. Nel sito infatti, viene ospitato un cut-up teorico sulla fine dell'autorialità, e sulle devastanti conseguenze del fenomeno per il delicato ecosistema delle merci del pop musicale. È indubbio, infatti, il potenziale di sovversione culturale insito nello smontare e rimontare a piacimento i sempre più blindati prodotti dell'industria del disco, creando artefatti a volte migliori degli originali nella resa complessiva. Incarnando, infine, lo stesso spirito di condivisione dei materiali manipolati che sottende all'operazione, è stato aggiunto un accessibile tutorial in otto paragrafi per imparare a fare da soli simili tracce. In questo modo il cerchio si chiude, lasciando agli utenti la possibilità di estendere all'infinito questa pratica, corrodendo irreparabilmente il filo spinato che le major continuano ad alzare intorno ai loro prodotti e liberando definitivamente il patrimonio musicale collettivo.