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.emusic 02.04.02 Salviamo le radio online. Le radio online indipendenti hanno ancora la loro ragion d'essere in quanto riescono a trovare banda e piccoli sponsor per sopravvivere. Ma negli Stati Uniti tutto questo sta per essere stroncato dal The Copyright Arbitration Royalty Panel, un organo dello U.S. Copyright Office, che ha deliberato, avvalendosi del mai abbastanza biasimato DMCA (Digital Millenium Copyright Act), una tassa di 14 centesimi di cent per ogni utente che ascolta un brano musicale trasmesso. Questo metterebbe in ginocchio molte delle strutture amatoriali che, nonostante le migliaia di ascoltatori sono il più delle volte gestite da una persona sola. Per opporsi a quest'infausto provvedimento un congruo numero di webcaster ha inaugurato la campagna Save Internet Radio per difendere il loro diritto a sopravvivere. Le piccole stazioni, infatti pagano già una tassa di circa 600 dollari all'anno per la corrispondente SIAE americana (ASCAP e BMI), ma con le nuove regole, le cifre salirebbero a circa 1000 dollari al giorno. Il primo passo è stato quello di chiedere l'autorizzazione a trasmettere i brani direttamente alle rispettive etichette, che nella stragrande maggioranza dei casi l'hanno concessa senza chiedere nulla in cambio. Inoltre c'è un equivoco al quale i difensori del broadcasting indipendente stanno appellandosi, e cioè che nel DMCA si parla di copie perfette dell'originale, mentre lo streaming si sa che ha una qualità parecchio inferiore a quella di un cd. Dal sito di Save Internet Radio gli statunitensi possono inviare delle email ai loro rappresentanti alla Casa Bianca per far sentire la loro voce ed evitare un'altro paradosso ad unico vantaggio delle grandi etichette disografiche, beneficiarie della nuova tassa, il cui esito potrebbe essere definitivamente approvato il 21 maggio. |