neural.it new media art, e-music, hacktivism
neural magazine
suoni futuri digitali
 
 
 > News archive  > Neural Magazine  > Neural Station  
 > emusic  > new media art  > hacktivism  
.hacktivism
Sell The Vote.com, Ubermorgen
28.10.04
Sell the Vote.com, american way.
Se le elezioni presidenziali americane sono sempre più considerate un evento mediatico assoluto, l'indotto d'iniziative politiche che esse generano ne è pari per quantità, ma spesso non per coraggio ed efficacia. Soprattutto online, sono pochi, infatti, i progetti che vanno oltre l'ironia d'effetto, lo scherno plateale dell'avversario politico, la pur motivata petizione di turno o la raccolta univoca di citazioni più o meno scandalizzanti. Dopo il clamore suscitato nel 2000 da [V]ote-auction, progetto che permetteva ai cittadini americani di dichiarare anonimamente la loro disponibilità a vendere il proprio voto, gli Ubermorgen tornano a colpire con un update concettuale e temporale. Sell the Vote.com, infatti, promette di bissare il baccano mediatico, che già nel progetto originario, fra l'altro involontariamente profetico dei successivi brogli, aveva pervaso media di tutte le taglie, riuscendo ad ipnotizzare perfino la CNN che gli aveva dedicato un'intera puntata di Burden of Proof con un dibattito in studio serissimo e al tempo stesso completamente surreale. In Sell The Vote lo schema è semplice: gli elettori americani possono 'rendere disponibile' il proprio voto, registrandosi e selezionando una regione territoriale (Territori Occupati dagli americani, come Iraq e Afghanistan, Sud America, Africa, Medio Oriente, Europa, Asia / Oceania e votanti USA non registrati, come ad esempio i carcerati). Di contro chi è interessato ad esprimere la propria preferenza, ma non è un votante per una qualsivoglia ragione, può selezionare una delle offerte scrivendo in tre righe chi è e perchè bisognerebbe permettergli di votare, nella speranza di venire selezionato fra gli altri aspiranti. Il solco scavato nel 2000 ora comincia germogliare, in barba a tutte le minacce e i garbugli legali subiti all'epoca da più parti, come risulta dall'altrettanto caustico e iperreale slogan adottato: "le nostre bombe sono voti. grazie; i nostri voti sono bombe. grazie; le nostre bombe sono bombe. grazie." Del resto la tradizione degli Ubermorgen suggerisce ulteriori sviluppi in sintonia con le elezioni ufficiali. La patina dolciastra di fittizia legittimità democratica del sistema americano è destinata ad essere bucata da nuove e fiammanti idee.