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09.07.02 Sequestrati domini blasfemi.
Dopo una denuncia dell'Osservatore Romano, il Nucleo speciale per la radiodiffusione e l'editoria di Roma della Guardia di Finanza ha messo sotto sequestro i domini www.porcamadonna.com, www.porcodio.com, www.bambinello.com, www.bestemmie.com e www.bestemmia.com. I rispettivi siti, definiti 'altamente offensivi per il sentimento religioso e la fede cattolica', sono di proprietà di una società per la commercializzazione di capi d'abbigliamento con scritte blasfeme, che venivano venduti online e in un negozio del centro di Roma. Le accuse sono: offesa alla religione dello Stato mediante vilipendio di persone, offesa alla religione dello Stato mediante vilipendio di cose, frode informatica, pubblicazione e spettacoli osceni, atti e oggetti osceni. Il corpo militare ha sbandierato due anni d'indagini e l'abilità di essere intervenuti su materiale fisicamente situato presso provider degli USA (Washington e California) utilizzando gli stessi computer sequestrati, in precedenza utilizzati dai responsabili delle pagine. In realtà per quanto riguarda le accuse di offesa alla religione di Stato essa ora sussiste poco visto che da due anni il 'vilipendio della religione dello Stato' è stato dichiarato costituzionalmente illegittimo poichè la religione cattolica non è più religione di stato. Inoltre i siti sono stati oscurati solo nella loro home page, come si può notare accedendo direttamente alle pagine interne. Per finire il parlamentare europeo radicale Marco Cappato è stato il primo a reagire a quest'ennesimo sopruso nei confronti della libertà d'espressione. Secondo il deputato "Avere utilizzato per 20 mesi le risorse della Guardia di Finanza per andare all'inseguimento di bestemmiatori online corrisponde ad una scelta imbecille di priorità nell'impiego delle 'Fiamme gialle', nonchè ad una violazione clamorosa della libertà di espressione." Lo stesso Cappato sta per chiedere immediatamente conto dell'accaduto attraverso un'interrogazione parlamentare a Consiglio e Commissione europea, al Governo italiano e in particolare al ministro Tremonti di azioni che sono in piena contraddizione con principi fondamentali garantiti ormai anche dai trattati dell'Unione. Il deputato ha concluso che i siti dei radicali sono siposti ad ospitare i contenuti censurati.