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09.07.04
Signal Orange, tshirt come medium antagonisti.
Che la tshirt sia un medium al pari di tanti altri spazi di comunicazione è un fatto ampiamente assodato ormai da un paio di decenni. Ma pur essendo stato sfruttato intensivamente dal marketing industriale per contaminare le nostre menti dei loghi e degli stereotipi di massa, pochi sono stati i gruppi antagonisti che ne hanno fatto un uso estensivo e tattico al di là di estemporanei veicoli per ottimi slogan. Signal Orange è invece uno sforzo sistematico di attaccare il clima di omertà che è stato inculcato nella società americana nei confronti dell'ultima guerra in Iraq. In vista della Convention Nazionale Repubblicana, a cui stanno puntando moltissimi gruppi di attivisti statunitensi, questo sforzo è per dare un volto e un nome ai morti in guerra banalizzati come 'perdite' da minimizzare e nascondere. Gran parte dei media americani s'è già lavata le mani di questo tipo d'informazione, per non parlare della censura di un documentario della ABC con i volti/nomi di tutti i morti, e al licenziamento di Tami Silicio che ha permesso al quotidiano Seattle Times di pubblicare foto delle bare dei soldati uccisi. Signal Orange agisce un messaggio secco, senza alcun apparato iconografico, che si fonda sulle profonde capacità evocative del testo e sul colore 'signal orange' utilizzato dalle autorità per indurre uno stato d'attenzione. Gli episodi, reali e comprensibili a chiunque, sono sintetizzati in tre righe, da cui emerge un messaggio chiaro e diretto: "sono morto a causa della guerra e quindi ora non posso votare", rappresentato con un indumento dai vivi per i loro fratelli morti. Questo si declina nell'esperienza di ognuno dei quasi 900 soldati americani uccisi e rende stridente l'assurda pretesa dei mandanti del conflitto di richiedere ora consenso e legittimazione. La comunicazione deambula insieme a chi indossa le magliette, ed è tanto più efficace, quanto più diffusa, e quindi riconoscibile. Una possibilità concreta di cominciare a variare il panorama visivo in maniera spontanea e informativa, sgrassandolo dalla collezione di loghi e stili precotti.