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07.05.03 Sina Motallebi, blogger uniti per il collega iraniano arrestato.
Nelle diverse storie di censura di attivisti in rete, ormai sempre più frequenti non solo nei regimi militari o totalitari, quella di Sina Motallebi sta assumendo tratti peculiari. L'attivista iraniano ha un solido background come giornalista di carta stampata, lavora come critico cinematografico e ha scritto di politica per il giornalista riformista Ham Mihan, ma era assurto a popolarità con il suo weblog in persiano chiamato 'Webgard', ora desolatamente vuoto, dopo che la sua famiglia temendo ulteriori ritorsioni ne ha rimosso i contenuti. I blogger sembrano essere particolarmente popolari in Iran dove riescono ad organizzare persino riunioni femminili per l'8 marzo e dove alcuni di loro si sono candidati nelle elezioni cittadine, pur essendo tagliati fuori dalla protesta riformista che ha disertato le urne. Motallebi aveva fatto interviste con media stranieri e difeso pubblicamente un collega che aveva pubblicato un vecchio cartone animato offensivo del governo, ed è stato arrestato con l'accusa di 'minacciare la sicurezza nazionale'. Il conterraneo e blogger anch'esso Pedram Moallemian, residente a San Diego ha scritto immediatamente una petizione online che è stata prontamente firmata da più di 3.500 persone e diffusasi a macchia d'olio nella comunità internazionale dei blogger, fino ad entrare nelle classifiche di Daypop e Blogdex dei blog più seguiti.