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Speech/Media, Jason Nelson
10.06.05
Speech/Media, poesia digitale sperimentale.
Ideato da Jason Nelson, Speech/Media è un progetto di poesia digitale sperimentale, il quale, attraverso l'ausilio di un software, traduce multiformi sorgenti mediali tra cui discorsi, musica, registrazioni di film, programmi della radio, rumore della folla o dell'oceano, facendole confluire in un unico testo poetico, che segue il suo ordine originario, ma in cui alcune parole sono state rimosse, le righe spezzate, enjambement giocosamente manipolati e in cui l'unica variazione testuale consentita consiste nell'aggiunta di poche congiunzioni o preposizioni, in impercettibili correzioni grammaticali o di punteggiatura, e infine in un sistema di titoli per imprimere alla mescolanza caotica una struttura d'insieme. "Can these technologies be used to reveal meanings?" si chiede l'autore - e la questione non è nuova; dal momento che la tecnologia ci offre la possibilità di tradurre in formato digitale varie opere e media, come possiamo contestualizzare e decodificare i nuovi concetti e le esperienze derivate dal contatto con i nuovi media? In che modo la new media art ha influsso su di noi e come riusciamo a interpretarla? Esplorare il rapporto tra nuovi e vecchi media e vedere il futuro è possibile, a meno che non si guardi attraverso "lo specchietto retrovisore": ogni nuovo medium crea un nuovo ambiente e ingloba in sé quelli precedenti (McLuhan), così come è stato evidenziato anche da Bolter-Grusin (1999) i quali hanno individuato la tendenza dei nuovi media a "re-mediare" quelli esistenti, nonché recentemente da Lev Manovich, il quale, arrivando a dimostrare la rielaborazione e l'aggiornamento in forma digitale delle convenzioni della fotografia e del cinema, ha sottolineato che la digitalizzazione della cultura non conduce all'emergere di nuove forme artistiche, bensì a una ridefinizione di quelle precedenti, probabilmente perché i bits rimangono bits (Negroponte).
Eleonora Calvelli