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.hacktivism 21.11.05 Stock Market Skirt, azioni eccitanti. Se per consuetudine la borsa è un accessorio subordinato all'abito femminile, nel caso di 'Stockmarket Skirt' è invece proprio la Borsa a determinare le caratteristiche del vestito. L'installazione della media artist Nancy Paterson, infatti, mette in scena 'Judy', nome convenzionale del manichino, con un abito il cui orlo si modifica in maniera dinamica a seconda dell'andamento dello Stock Exchange. La 'skirt' in questione cambia di lunghezza a seconda che le quotazioni di Yahoo Inc. salgano o scendano in Borsa. I valori vengono richiesti a Internet ogni cinque secondi ed elaborati attraverso un PERL Script customizzato. I risultati si trasformano in impulsi che attivano un meccanismo, simile alla guida delle tende del palcoscenico teatrale, capace di alzare o abbassare l'orlo dell'abito. L'andamento dei dati viene visualizzato sui cinque monitor che circondano 'Judy', così come il movimento della gonna è monitorato da una webcam collegata al website della Patterson. Il principio alla base del progetto è quello del 'Wall Street Lore' espresso da Morris e Gauss: meglio va il mercato più si mostrano le gambe. In tempo di crisi e restrizione, infatti, gli orli degli abiti femminili si abbassano e il colore sparisce, mentre in fase di crescita, o al top di un ciclo economico, gonne e pantaloni diventano corti e multicolore. Secondo l'autrice è duplice l'accezione nella quale si può intendere il suo lavoro. La prima è quella di 'Cyberfeminist Fashion Statement' che dichiara quanto sia più facile liberarsi dei ruoli legati al gender in un ambiente virtuale piuttosto che nel mondo reale, nel quale le donne sono oggetti e consumatori, mentre gli uomini, nascosti dietro la tecnologia, determinano l'economia piuttosto che subirla. La seconda accezione, invece, valorizza le potenzialità di Internet sottolineando l'interattività del progetto. Immerso nel flusso di informazioni, infatti, lo spettatore non è voyeur passivo ma attore che può influenzare l'andamento del mercato, e quindi la misura della gonna, ad esempio vendendo e acquistando azioni online. Se l'interpretazione femminista rientra nella tradizione dei Cultural Studies, forte nella scuola canadese dove si è formata la Paterson, quella della convergenza è comune indirizzo per i media artists che si trovano a creare di questi tempi. L'installazione si dimostra invece davvero originale se inquadrata nel contesto delle fashion exhibitions. è infatti di grande attualità il tentativo di rendere la mostre dedicate alla moda interattive. Un buon esempio è Jerwood: Fashion, Film and Fiction organizzata al Wapping Project di Londra, dove l'interattività si riduce però alla sola possibilità che i visitatori hanno di provare gli abiti. La 'Stock Market Skirt' non può essere indossata perché la vestibilità richiederebbe costose modifiche alla struttura meccanica, nonché una connessione wireless tra computer e motore. Ma se si potesse sviluppare il progetto in questo senso allora 'interactive fashion' non sarebbe più un'intenzione quanto un'interessante realtà. Valentina Culatti |