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07.04.03 Stop War: Baghdad webcam, convocazione ONU, Weapons cannot be displayed, Not in My Name Music project.
Lo scoop è arrivato dal newswire di Indymedia, che ha pubblicato il link ad una webcam della Reuters puntata su Baghdad, che apre uno squarcio di realtà poco filtrata su quello che succede (sia pure in lontananza) nella martoriata capitale irachena. Fra un commento e l'altro in arabo o inglese si odono in lontanza spari e rumori sordi a qualsiasi ora, giorno o notte che sia. Nel comtempo Greenpeace sta organizzando una raccolta di firme online e non da inviare automaticamenteÊagli ambasciatori alle UN dei paesi Cuba, Sud Africa, Malaysia, Indonesia, Nigeria, New Zeland, Svizzera, Fiji, Messico, Cile, Germania, Russia e Francia, ossia a quelli che sosterranno ufficialmente la richiesta di convocazione di emergenza dell'Assemblea Generale dell'ONU. Fra i vari lavori di politica dello spettacolo degli ultimi tempi, non poco ironico è il travestimento da errore del browser operato da Anthony Cox in These Weapons of Mass Destruction cannot be displayed. Una pagina del tutto simile graficamente agli errori 404 (pagina non trovata) et similia, è stata riscritta mantenendo inalterato l'abituale impatto grafico e l'impaginazione. Un'importante coalizione di musicisti ha dato vita, infine, ad un progetto no-profit, volto solo a mettere bene in chiaro la propria posizione attraverso un'operazione artistica inequivocabile. Si tratta di Not in My Name Music project a cui aderiscono saul Williams, DJ Spooky, Coldcut e DJ Goo. L'album assemblato è liberamente scaricabile così come le grafiche e i banner che sottolineano la protesta contro le scelte non condivise del governo americano.