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03.04.03 Stop War: Iraq offline, telefonate, defacements e videogames.
Ogni giorno i soldati-cowboy americani calpestano a colpi di bombe decine di vite di civili iracheni, e i missili Tomahawk-Cruise dei tronfi generali americani hanno colpito pure le poche infrastrutture di collegamento internet della capitale. Paradossalmente (o forse appositamente) hanno lasciato in piedi Babil Online, uno dei maggiori siti di propaganda di Saddam, mettendo offline il router che forniva connessione ai cittadini di Baghdad, secondo quanto riporta Salon.com. Il popolare blog 'Salam Pax-Where Is Raed?' risulta irragiungibile, e anche i telefoni sembrano essere in buona parte fuori uso dopo la distruzione del centro di trasmissione satellitare del ministero della comunicazione. La sensazione d'impotenza di fronte alla carneficina umana è insopportabile e Franco 'Bifo' Berardi in un intervento pubblico ha suggerito l'idea istintiva di protestare componendo un numero a caso degli USA (001 seguito da un prefisso di zona e da restanti cifre casuali), e quando risponde qualcuno, dirgli con tono fermo e cortese 'please stop killing Iraqi children, stop killing children in Iraq. Please impeach the murderer George Bush', riattaccando subito dopo. E mentre secondo l'azienda di sicurezza informatica Zone-H i defacements dall'inizio della guerra sono stati più di 20.000, l'uso dei videogame come media di propaganda è diventato una sofisticata prassi. 'Desert Combat', un mod di 'Battlefield 1942' dell'Electronic Arts, di cui ne sono state scaricate 250.000 copie da dicembre scorso, e che si attesta sui 2-3.000 giocatori giornalieri, con una possibile lucrosa release commerciale nell'immediato futuro. Quando inizierà un serio boicottaggio commerciale che riesca a fiaccare definitivamente questa cultura anestetizzata e assassina allo stesso tempo?