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30.06.03 Terminal Frontiers, esplorare l'emarginazione attraverso l'arte.
Il sito del collettivo Virtual Migrants, da poco aggiornato, presenta la retrospettiva dell'iniziativa Terminal Frontiers realizzata presso la Castlefield Gallery nell'autunno scorso. Un evento di digital art sull'emarginazione e la globalizzazione, che ha coinvolto visual artisti, musicisti, performers e scrittori, legati dal fatto di essere tutti immigrati in UK. L'evento, ideato da Virtual Migrants e dall'artista Keith Piper, ha utilizzato la forma delle installazioni, del video, del suono, della parola e della scrittura per esprimere il disagio di chi è costretto a percepirsi costantemente straniero, in un paese che si fa massimo sostenitore della globalizzazione. Virtual Migrants ha proposto opere sul razzismo, l'immigrazione e l'emarginazione realizzate da Kuljit "Kooj" Chuhan e Aidan Jolly, fondatori dell'associazione V.M. nel 1998, insieme a Tang Lin, Miselo Kunda-Anaku, Jilah Bakshayesh e Hafiza Mohammed, artisti provenienti da culture fra loro molto diverse. L'artista americano Keith Piper ha realizzato un collage di documenti video e audio avente come protagonisti persone di tutte le età e Paesi, con l'intenzione di fare luce sulle problematiche correlate all'immigrazione. Le opere di Virtual Migrants, oltre a vivere in musei, centri culturali e spazi pubblici, sono distribuite anche attraverso CD-Rom, DVD e siti web, per garantire una diffusione capillare delle tematiche affrontate.
Tatiana Bazzichelli