30.09.05 The Art and Politics of Netporn.
Il fenomeno del porno su Internet è un fenomeno così vasto che pur impegnando ingenti risorse (si stima che al porno sono dedicate 25 per cento delle ricerche in rete e 12 per cento del totale dei siti), e notevoli capitali (2,5 milioni di dollari di introiti) è perloppiù sottaciuto e relegato a frettolose citazioni, o demonizzato per i suoi risvolti più pericolosi (la pedofilia su tutti). In realtà esso rivela in maniera diretta quanto i corpi e le loro visualizzazioni replicate all'infinito in rete siano un arcipelago di pulsanti riferimenti nel mare di comunicazioni smaterializzate. A questo è dedicata la conferenza organizzata dall'Institute of Network Cultures 'The Art and Politics of Netporn' in svolgimento dal 30 settembre all'1 ottobre al De Badcuyp di Amsterdam, curata da Katrien Jacobs, Matteo Pasquinelli e Geert Lovink. I diversi keynote (rispettivamente di Mark Dery, Mikita Brottman e Susanna Paasonen) e gli interventi nei due giorni di programma cercheranno di affrontare i ruoli noti, come i cosiddetti 'sexworkers' e i lati più originali del fenomeno, come le nascenti organizzazioni indipendenti di produzione di nicchia (come la celebre 'Suicide Girls') o l'eclettica schiera di 'esperti' e commentatori che hanno via acquisito un ruolo importante nella mediazione fra prodotti e consumatori. La miriade di corpi velatamente proposti, apertamente pubblicizzati, modificati, fotografati, filmati e il diffondersi rapido e inarrestabile delle loro immagini elettroniche porta con sè ripercussioni sociali non trascurabili, e non è un caso che l'industria, dal suo canto, sia sempre la prima ad investire su tutte le nuove tecnologie.