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18.04.03 The Human Race Machine, il volto come medium.
Il potere di elaborazione digitale dell'immagine del corpo quello di offrire realistiche simulazioni di processi in realt impossibili o che richiedono lustri per realizzarsi. L'obsolescenza del corpo considerato secondo i canoni classici, evidenziata dalla credibilit di immagini artificiali che con la loro verosimiglianza ridefiniscono la percezione del corpo come espressione della persona e la relegano ad una pura rappresentazione. Fin dagli anni ottanta l'americana Nancy Burson ha indagato le possibilit di manipolazione automatica dei volti, cominciando dalle storiche foto in cui pi personaggi famosi venivano 'remixati' in un'unico volto, perfettamente credibile. Ma l'installazione The Human Race Machine che sintetizza l'opera di quest'artista che, pur facendo uso di tecnologie proprietarie, assume una posizione eticamente chiara, sfidando i preconcetti di razza, et e difetti fisici. Questa 'macchina', affittabile per i Campus della nazione, fa una scansione del volto dell'utente, riproponendolo poi nelle possibili variazioni delle diverse razze, oltre a simulazioni d'invecchimento, di anomalie facciali, e, in ultimo, mescolando i tratti di genere (maschili/femminili) con uno sguardo finale dall'androginia indecifrabile. Quest'opera rappresenta un salutare tuffo nella relativit della carne, in un era in cui la sua smitizzazione rappresenta un preciso gesto politico.