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The Lovers, Sneha Solanki
21.04.05
The Lovers + Crashrun, applicare il paradigma dei virus.
I virus informatici incorporano numerose caratteristiche innovative della comunicazione elettronica. Prima di tutto il rapidissimo diffondersi delle informazioni in maniera, appunto, 'virale', ossia l'uso del codice come linguaggio che si diffonde replicandosi, e un'estetica che spesso destabilizza l'utente, mischiando l'interfaccia fino a renderla irriconoscibile e inusabile. Ad usare il codice come strumento letterario è The Lovers, un'installazione di Sneha Solanki basata su due computer collegati in rete fra loro. Uno dei due è infettato da un virus crittato e non visibile per variazioni particolari di funzionamento. Esso contamina anche il suo 'partner' attraverso l'interfaccia di una classica poesia romantica. I versi struggenti vengono mostrati alternativamente sui due schermi (come se si trattasse di un dialogo), ma le parole, man mano che si va avanti, si mescolano e cambiano diventando sempre più incomprensibili. Quella che viene visualizzata è quindi una contaminazione verbale che fonde il processo di infezione dal punto di vista del codice con il potere dell'amore, ugualmente capace di inquinare il senso delle parole. Questo affascinante processo di deterioramento è pure simulato sul sito dell'installazione. A 'guastare l'interfaccia, gettando nel panico l'utente, sia pure in forma più 'popolare' rispetto ai temerari attacchi visivi di Jodi, è invece Crash Run di Kiran Subbaiah. Si tratta di un innocuo programmino che scompiglia l'interfaccia in maniera inattesa, collegando indissolubilmente i risultati grafici alla paura che sorge con il sospetto di un'infezione del proprio sistema. Un'altra maniera di giocare con il nostro vissuto informatico per provocare reazioni acquisite a stimoli fuorvianti.