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Themail, Judith Donath, Fernanda B. Viégas, Scott Golder
10.04.06
Themail, electronic mail content relationships.
Themail è un progetto sviluppato in collaborazione tra Judith Donath (MIT Media Labs), Fernanda B. Viégas (IBM Research) e Scott Golder (HP Laboratories). Il punto di partenza della ricerca è la constatazione dell'abitudine a conservare quantità sempre più ingenti di messaggi di posta elettronica, abitudine che sembra caratterizzare la maggior parte degli utenti di Internet. L'ipotesi sottoposta a verifica è invece quella che crescendo la quantità di messaggi conservati in un archivio, aumentano, di pari passo, le possibilità di ottenere da tali record, importanti informazioni sul tipo di relazioni che le persone intrattengono attraverso lo scambio di email. Themail si sostanzia in un applicativo off line in grado di leggere il contenuto (viene analizzato il corpo di un messaggio e non semplicemente il campo destinato all'oggetto) di un archivio di email e di fornire una visualizzazione grafica del traffico di messaggi che ci ha visto coinvolti con una determinata persona. Per ogni "relazione epistolare" sono visualizzate più colonne, organizzate su base temporale (mensile e annuale) e caratterizzate da colori e larghezze differenti in funzione della maggior o minor ricorrenza di una determinata parola (più una parola viene ripetuta e più grande apparirà sullo schermo), come dalla sua maggior o minor univocità. In tali colonne, inoltre, ogni mail scambiata con un tal utente è rappresentata da un cerchietto. Themail è dunque in grado di offrirci un ritratto, di semplice lettura, delle nostre conversazioni on line, della loro frequenza, delle loro evoluzioni nel tempo e degli argomenti di discussione che ci hanno maggiormente impegnato con specifici interlocutori. Il rischio è quello di scoprire di avere perso un mucchio di tempo on line a parlare di sciocchezze, del resto, non esiste alcuna ragione per cui le conversazioni mediate da un medium digitale dovrebbero sottrarsi alla banalità che caratterizza molta dell'umana comunicazione.
Vito Campanelli