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07.07.04
Turntablist Transcription Methodology (TTM).
La formalizzazione di una pratica attraverso un sistema di segni diventa, di fatto, la creazione di un linguaggio, con cui è possibile comunicare significati complessi astratti nei rispettivi simboli. Il turntablism è, invece, una pratica complessa, con una discreta componente istintiva che si realizza nella performance dal vivo del dj, tramite la sua esperienza, perizia e improvvisazione. Per queste peculiari caratteristiche il Turntablist Transcription Methodology (TTM) può risultare prezioso. Nato dallo sforzo collaborativo di John Carluccio, Ethan Imboden e Raymond Pirtle jr. consiste in un metodo formale per trascrivere la gestualità codificata, fra cui le tantissime modalità di scratch, in segni su uno spazio suddiviso per beat singoli in ampiezza e rotazione del disco in altezza. Questo metodo di trascrizione ricalca il passaggio da una trasmissione orale di queste pratiche, ad una scritta, e quindi più duratura e con una maggiore standardizzazione che se da un lato taglia via inevitabilmente le virtuose sfumature dei singoli perfomer, dall'altro garantisce una trasmissione più affidabile di questo tipo di saperi. La strutturazione temporale risulta dal background comune dei suoi ideatori (architettura, regia cinematografica, industrial design), e l'articolazione per semplici tratti lineari, senza alcun bisogno di strumenti iconici è già di per sè un successo che comunque ha come obiettivo quello di favorire una maggiore complessità di orchestrazioni e l'ideazione di tecniche innovative. Del resto la condivisione delle informazioni da sempre ha favorito l'evolversi delle tecniche, proprio perchè riesce ad attivare i meccanismi virtuosi dell'intelligenza collettiva.