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TV Predator, Troika
18.04.05
TV Predator, aggredire invisibilmente il televisore.
In maniera quasi divertita il gruppo londinese , costituito da artisti e designers formatisi al Royal College of Arts, inventa oggetti 'intelligenti'. Uno di questi 'devices' è il TV Predator, all'apparenza un innocuo quadretto, in realtà un sabotatore televisivo. 'Geloso', infatti, delle attenzioni che la TV riceve, disturba le sue trasmissioni, impedendole di lavorare correttamente, cambiandone i canali, mutando il volume dell'audio, modificando il colore, accendendola nel cuore della notte o spegnendola improvvisamente. Quella dell'intelligenza artificiale è una questione aperta che, oltre ad avere condizionato l'immaginario di autori come Dick o Kubrick ed essere il fondamento del cyberpunk di Gibson e Sterling, resta campo di dibattito tra scienziati e filosofi. La domanda fondamentale è una sola: "i computer possono pensare?'. La corrente dei funzionalisti hobbesiani ritiene che un computer propriamente programmato sia dotato di un'intelligenza pura, non distinguibile da quella umana. L'AI cosiddetta debole sostiene, invece, che una macchina potrà soltanto simulare alcuni processi cognitivi. Più che su questo annoso contendere, però, il Tv Predator spinge a riflettere sulla relazione che si instaura tra oggetti ed esseri umani. Si pensi ad esempio a giocattoli come i Tamagochi, i peluche cibernetici, gli 'animali domestici' quali Aibo della Sony, le nuove bambole robotiche (My Real Baby) o a tutti gli oggetti elettronici. Secondo il già citato Sterling questi sono Gizmos, ossia gadget pensati per degli utenti, che tuttavia acquistano significato e funzione solo in relazione ai loro end-users. Ma questi stessi oggetti, oggi, stanno rivelando un lato oscuro, imprevisto: le radiazioni elettromagnetiche che rilasciano nell'ambiente. Immerso in questo spazio dotato di una consistenza fisica e tridimensionale, definito Herziano da Anthony Dunne e Fiona Raby nel loro Design Noir: the Dark Side of Electronic Objects, , l'utente diventa un antieroe, obbligato a contrastare gli effetti negativi delle radiazioni. Se il terribile computer-dio del racconto La risposta di Brown non è altro che fantascienza, ripensare alla direzione cui tende l'innovazione tecnologica rispetto al rapporto uomo-macchina è una necessità reale e le devices di Troika (Tv Predator, Electrophobe, Guerrilla Project) vanno in questa direzione.
Valentina Culatti