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Twitchy Fingers, Scott Fitzgerald, Droolcup
25.07.05
Twitchy Fingers, specchi astratti in 3D.
Twitchy Fingers di Scott Fitzgerald (alias Droolcup) è un'installazione live video simile a una casa degli specchi, in cui l'immagine di chi vi si riflette è catturata dalla camera e distorta in un semovente graffito. I tratti, colti come in uno scatto fotografico, vengono elaborati attraverso una libreria di funzioni utile a visualizzare gli oggetti 3D (OpenGL), sottoposti a chromakey e blur, e restituiti in tempo reale sotto una forma nuova, allucinatoria. Se gli specchi in genere sono protesi del nostro apparato percettivo, designatori rigidi incapaci di generare una semiosi, quelli deformanti al contrario avviano processi di interpretazione. Nel momento in cui si è consapevoli di porsi di fronte a uno specchio distorcente, infatti, si attiva una sospensione di incredulità sulla virtù della protesi deformante tale per cui da un lato ci si diverte, dall'altro si aiuta la superficie riflettente a mentire. Il divertimento non è solo di ordine semiosico, ma anche di carattere estetico: l'osservatore, in questo caso l'utente dell'installazione, si compiace nel vedere il suo riflesso modificato 'ad arte', il suo freaky alter ego. Come nella fotografia, nel cinema e nella televisione, anche nei new media l'immagine viene congelata e l'impronta del referente, i suoi raggi luminosi, vengono tradotti in altra materia. La differenza percepita nel caso dei mezzi digitali è dovuta al real time: l'immagine congelata viene restituita in tempo reale insieme al movimento del referente, mappato da un sistema a particelle. Ma è diversità illusoria, poiché i rapporti di intensità e di pigmentazione restano inalterati, sono semplicemente tradotti da un codice. Programmazione semplice quella di Droolcup per riflettere su un concept ancestrale che vede, per dirla alla Lacan, percezione e pensiero, coscienza della propria soggettività ed esperienza speculare, riflesso e semiosi come momenti di un nodo inestricabile.
Valentino Culatti